La mia Storia

Prima o poi il vaso si rompe

Prima o poi doveva succedere, lo diceva sempre il mio Maestro .. “Prima o poi il vaso si rompe” …  non si tratta di capire se si romperà da solo o se ti verrà rotto sulla testa ma, prima o poi, il vaso si rompe. Ho impiegato molto tempo per capire il significato delle sue parole ma ora sono qui a raccontarvele.

La mia storia comincia quando ...

Mi chiamo Massimo, 888byte per gli “Internauti” ma per gli amici giapponesi sono meglio conosciuto come マシモ (si pronuncia Mashimo).

Mamma originaria delle lagunose campagne venete, papà contadino, muratore e nonno ortolano.

Quando ero giovane, in Italia andava tanto di moda la frase “ il ragioniere è il mestiere del futuro, studia ragioneria !” … io volevo studiare pianoforte ma alla fine studiai ragioneria, che costava meno.

Sono programmatore industriale, conosco i computer a menadito, non lo rinnego ed ho impiegato mezza vita a capire che con un papà ed un nonno figli della terra , nel tuo DNA ci trovi già parcheggiato un seme e, se ne diventi consapevole, il frutto non cade lontano dall’albero (vecchio detto che ama ricordarmi sempre Papà) …….. si trattava solo di aspettare ma, prima o poi, quel vaso si sarebbe rotto ….

Dall'ombra proiettata sul muro potete riconoscere chi sono !

Dal lavoro al monastero

La mia vita semplice, a volte un pò banale, scorre veloce fino all’anno del Servizio militare.

Poi il fattaccio, brutto incidente automobilistico in un giorno di licenza militare, ti svegli una mattina e, “casualità” dopo “casualità”, “tassello” dopo “tassello”, ti ritrovi a passare quattro anni della tua vita in compagnia dei Monaci Buddisti, in un monastero e … ….. prima o poi quel vaso sulla testa ti finisce rotto.

Ora ho una testa nuova a forma di vaso, riparata con la tecnica del 金継ぎ (kintsugi), naturalmente presa a noleggio perchè mi costa meno, conosco e parlo il giapponese, amo sempre il silenzio ma non odio più il rumore ed aiuto le vecchiette ad attraversare la strada . Dei quattro anni della mia vita monasteriale ricordo le lunghe passeggiate immerse nella natura, le lunghe notti passate in meditazione nello zendo, il gran freddo invernale che ti attraversava il kimono ed i piedi che sembrava si staccassero, uno perché si congelava sempre, l’altro perché mi si addormentava sempre, seduto durante la posizione del loto.

Dal monastero alla natura dei bonsai

Poi un giorno ti viene consegnato un bonsai, questo albero in miniatura di cui tu non “sai” nemmeno perché si chiama “bonsai” e ti viene detto, con il candore e la misurazione delle parole tipico dei Monaci buddisti, che se impari a prenderti cura di quella strana pianta, imparerai a conoscere lo Zen e potrai curare qualsiasi altro essere vivente, compresi quelli che partecipano alla fotosintesi clorofilliana … Pensai subito 。。。” Cavoli che potenza questo Bonsai, tanto piccolo da non pensarlo mai così grande” .

Beh, arrivati ai giorni nostri, diversi semi di diversa natura sono maturati nella mia testa presa a noleggio, tanti così come sono entrati sono cresciuti e se ne sono andati ma questo bonsai e queste passeggiate nei boschi sono rimasti sempre con me.

Inverno proteggici e Primavera riscaldaci
マシモ
ventodoriente.it

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